Passi lenti

Un pomeriggio a Termini Imerese

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view post Posted on 20/4/2018, 12:41
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Una pomeriggio ripartendo da Palermo, salii su treno sbagliato. Era l'Espresso per Milano che aveva solo posti letto. Così il controllore mi fece scendere a Termini Imerese poiché il mio biglietto era per Torino e non c'era un posto a cuccetta libero.
Scesi dal treno e cominciai a camminare verso il centro, seguendo una meta istintiva, figlia di un lontanissimo dejavù...
Man mano che avanzavo si materializzavano i luoghi dove avevo trascorso i primi anni della mia vita.
La scuola elementare, Domenica la mia prima maestra, Emilietta, Azzurra, Loredana, Pino, Mimmo, Siegfried i miei compagnetti di classe più cari. ... No, non li ho dimenticati.
Proseguo il cammino, ecco la scuola materna, un convento di suore dove viveva la zia Carmelina, la sorella di mio nonno, una donna buona, generosa e religiosa, che visse come una monaca senza mai prendere i voti. Ricordo suor Delia, la mia maestra e tanti compagnetti piccoli di cui il ricordo è come un'eco lontano tra figure sfuocate... Osservo l'austero portone bruno appena celato dietro un cancello di metallo e penso a quante volte entrai in quell'edificio abbracciando l'anziana zia e la mia maestra.. da bambino avevo capito che insieme al rispetto per i più grandi c'era anche l'affetto, un binomio non scindibile, un tipico retaggio culturale della mia terra.
Proseguo oltre, a destra c'era lo studio del medico condotto, il Dr. Carmina un bravo medico con cui i miei genitori erano in buoni rapporti... E finalmente mi avvicino a casa, in Corso Umberto e Margherita, passando in rassegna tutti i negozi ormai chiusi: gli elettrodomestici del sig. Marino, l'ottica del sig. Belvedere, la ferramenta del Sig. Lo Presti... Noi abitavano sopra quel negozio. Affiorano alcuni ricordi di quando avevo 4 o 5 anni, quando la buona anima di mio padre aveva più o meno la mia età... Il mattino piovoso dell'epifania rientrò a casa con un regalo per me, una scatolina di cartone che conteneva un grazioso trenino di latta che funzionava a carica. Fu il più semplice e più bello dei regali mai ricevuti e queste immagini, così ripescate nel tempo, mi fanno sentire il vuoto della sua assenza. Ma questa è la vita.
Più avanti, il negozio del sig. Castiglione l'anziano orologiaio, poi il negozio di mobili del sig. Balsamo. Infine la parrocchia dove Padre Nino svolgeva il suo ministero... Anche qui qualche ricordo vivo, come il culto serale dedicato a San Giuseppe, con la distribuzione del pane dei poveri benedetto e la processione per le vie cittadine. Nella Sicilia cattolica esiste un profondo affetto per alcuni santi come San Giuseppe, Sant'Antonio da Padova (detto Sant'Antonino), le "santuzze" Rosalia, Agata, Lucia, Fara e per Maria di Nazareth nei suoi vari appellativi: Concetta, Immacolata, Carmela, ecc...
Per non parlare di Gesù Cristo dove il nome Salvatore è il primo ed onnipotente nome maschile... Ed ovviamente con me hanno rispettato la traduzione.
Scende la sera, vado ancora fare una visita alla Strada della Verdura una piccola "vucciria" alla termitana ma essendo già buio i negozi sono quasi tutti chiusi.
Ricordo che ai tempi i pescatori portavano di buon mattino il pesce ancora vivo o la frutta fresca e profumata proveniente dai paesi vicini. E che dire del profumo intenso del pane al sesamo appena sfornato? Era un tripudio profumi e colori, qualunque cosa in Sicilia profuma riempiendo gli occhi e l'anima..
Sulla via del ritorno, mi fermo ad assaporare la mia cena fatta di pane croccante con le panelle e crocchette ed un paio di arancini di riso fatti al momento è quasi mi commuovo a riempire la bocca coi sapori della mia terra, che insieme a tutto il resto forgiano la mia identità.
Una volta giunto in stazione decido di posizionare il sacco a pelo sull'ultima panchina, rivolta verso l'altura dove troneggia il bel Duomo barocco della città.
Inizia a far fresco è pur sempre dicembre, ma dentro il sacco c'è un gradevole tepore. Mi addormento al suono ritmo delle onde del mare...

Attached Image: IMG_20180417_230742

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