Visto che parliamo di bivacchi posto anche qui, questo percorso che avevo postato in un'altro forum.
Escursione fatta il 6 Giugno di quest'anno.
Bivacco Argentino, un nome che fa pensare a paesi e luoghi lontani, in verità il bivacco si trova nel gruppo di Rava - Cima D'Asta - Lagorai, luoghi selvaggi e solitari, le malghe sono numerose ma in quota è montagna vera, con pochi rifugi e qualche bivacco.
La costruzione è dedicata ad Argentino Vanin un'alpinista trentino caduto in montagna, e come in tutti i bivacchi trentini che ho visitato sono puliti ed ospitali, con letti, coperte e stoviglie, questo oltre ad avere una enorme catasta di legna per la stufa era anche fornito di fornello a gas con tanto di bombola, mi sto ancora chiedendo chi ha avuto il coraggio e la forza di portarla fin lassù. ........
Sorge in posizione panoramica con una vista mozzafiato sulla Valsugana mentre di fronte sfilano le cime nord dell'altopiano di Asiago, la Caldiera, l'Ortigara, il Portule, Cima XII ........, questa escursione l'avevo in programma da qualche tempo e come tutte le cose che si desiderano troppo, alla fine quando riesci ad ottenerle si rimane delusi e non riescono soddisfarti come ci si aspettava, lo scopo di questo giro ad anello era in primis dormire al bivacco godendomi il silenzio e la solitudine che solo in questi luoghi e a queste quote trovi, poi naturalmente fare foto approfittando della luna piena per fare scatti in notturna, preceduti dal tramonto e poi dall'alba per poi il giorno dopo chiudere l'anello scendendo per la piana di Caldenave che già conoscevo ma che è sempre bella, anzi tutti sono concordi col dire che è il luogo più bello di tutto il Lagorai.
L'escursione comincia da quota 1.330 mt. circa e si segue una forestale asfaltata
che porta alla malghe Cenon di Sopra, Val Prà, Primalunetta e Primaluna passando per la cappella dedicata a S. Bortolo, il caldo è soffocante, sudo tantissimo, per fortuna l'acqua non manca, dalla partenza all'arrivo al bivacco il sentiero attraversa un'infinità di ruscelli
le baite con la cappella di S. Bortolo
superata l'ultima malga di Primaluna il sentiero si alza per una valletta di larici e rododendri fino all'ampia forcella del Dogo 1.972 mt.
ora il percorso segue a mezza costa sul fianco del monte Tauro e finalmente arrivo al bivacco,
sono "cotto", le tre ore di salita e il caldo mi hanno sfinito, fortunatamente ho tutto il bivacco per me, mi cambio e mi guardo attorno, il termometro all'esterno all'ombra e alle 18,30 segna 25°
accanto al bivacco un generatore di cime mi svela il nome di montagne che ho salito e altre che non conosco
aspetto con ansia il tramonto che sarà deludente e senza colori, anche la vista sulla sottostante Valsugana è deludente, la foschia impenetrabile avvolge la valle,
Mi preparo i tortelli con una generosa porzione di sugo al radicchio rosso e speck, bevo un buon caffè attingendo alla scorte del bivacco, poi in attesa del buio e della luna per sdebitarmi dell'ospitalità per un'oretta mi diverto a tagliare e spaccare legna integrando le scorte ..
gironzolo in giro e scatto qualche foto
alle 23 spengo tutto e mi corico, dormo poco, sento caldo alle 5 mi alzo, faccio colazione, brioche e cappuccino liofilizzato ed esco ad aspettare l'alba che sarà ancor più deludente del tramonto, senza colori e offuscata da una cappa di umidità.
Riprendo la salita portandomi sulla piatta cima del monte Tauro
fino portarmi alla forcella Ravetta 2.219 mt, oltrepasso diverse tracce della grande guerra
e qui alla forcella
ho l'ultima delusione, il canalone che scende alla piana di Caldenave presenta un muro di neve verticale di paio di metri per poi continuare ripidissimo e coperto di neve ghiacciata fino in fondo
è il muro verticale che mi fa paura, senza nessuna attrezzatura e con lo zaino pesante che mi ritrovo, se cado mi fermerei in fondo al vallone .............., giro avanti e indietro cercando un punto debole che non trovo e quindi decido di ritornare da dove sono venuto, pazienza completerò il giro la prossima volta .........
600 mt. sotto di me il sole illumina la baita e la cappella di S. Bortolo
Il caldo soffocante, il peso di tutta l'attrezzatura fotografica, il tramonto e l'alba deludenti, la foschia e l'abnorme presenza di neve hanno sminuito la bellezza di questo giro che avevo sognato, l'importante resta comunque andare in montagna, sempre e comunque.