Passi lenti

programmazione percorso

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lessiniagps
view post Posted on 27/1/2012, 12:03




CITAZIONE (sopravvissuta73 @ 27/1/2012, 11:16) 
Però, se posso, cerco di fare una previsione a tavolino, sulla base della lunghezza e l'altitudine rilevate dalla carta.
E' questo che spesso risulta un po' difficile.

col tempo quando impari a consocere meglio il tuo stato fisico da trekker capisci meglio come reggi certi dislivelli/lunghezze o come reagisci a certi percorsi e vedrai che calcolare il tempo di certi itinerari ti verrà una cosa automatica :)
 
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view post Posted on 27/1/2012, 12:18
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......Ferdinando..... Viaggiare significa muovere alla scoperta dell'altro.E il primo sconosciuto da scoprire siete voi.

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Altro consiglio non partire mai in quarta, passi corti o ravvicinati e non senti la stanchezza anche quanto sei spompato un passo che supera di poco l'altro piede ti porta dove vuoi.4 passi per ogni metro,è come la prima nelle macchine.
Vedi il passo dei pellirossa americani lo Jog
Vedi mauale del trapper, consiglio caldamente per un ripasso generale
www.mountaindream.it/manuali/manuale_del_trapper.PDF
Anche se dice cose che tutti sanno già
 
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Stefanobi
view post Posted on 27/1/2012, 19:40




Io mi regolo così:

considero una velocità di sicurezza di 4 km all'ora in pianura (in realtà potrei calcolarne anche 5, ho visto che ci sto dentro bene)
aggiungo un km per ogni 100 metri di salita e/o discesa
aggiungo 1 km per ogni 5 kg di zaino sopra i 10 kg
aggiungo 1 km per ogni 5 gradi sopra o sotto un range di temperatura fra 12 e 22° C
raddoppio il risultato finale se con neve alta e le racchette da neve
quadruplico il risultato finale se con neve alta e senza racchette
alla fine aggiungo un 20% di sicurezza al tempo calcolato.


Quindi se un prcorso è di 15 km, in inverno, con dislivello di 200 m, racchette da neve, temperatura di 5° C e ho uno zaino da 15 chili, in tutto i km diventano 46, che diviso 4 fa 11 ore e mezzo. E' un sistema che funziona bene, e generalmente ci metto meno del previsto, considerando il margine del 20%. Ma mi piace sbagliare per eccesso, mai per difetto. Se arrivi prima puoi sempre fare qualche foto, se arrivi dopo rischi di montare la tenda al buio :D



Questo mi fa pensare a quello che è successo pochi giorni fa, di quelli che sono stati fregati dal brutto tempo e uno è anche morto (c'è un 3d sul forum). Se avessero usato un sistema di pianificazione realistico come questo, si sarebbero subito resi conto che fare 65 km, in inverno, in 3 gorni, con 9 ore di luce, per una persona normale è impossibile.
 
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Cezco
view post Posted on 27/1/2012, 19:41




Ciao io calcolo, 1 ora per 3-4 km se il sentiero è pianeggiate, 1 ora per 400-500 metri di dislivello se sale in maniera "ripida" (tralascio il calcolo per i tempi dei percorsi alpinistici che probabilmente non ti interessa ed è molto più articolato). Generalmente dove vado io (trantino, veneto e friuli) i cartelli ci azzeccano abbastanza. Una buona conferma dei tempi la prendo anche dalle relazioni che trovi in rete (cerca magicovento.it è molto accurato) o su riviste (tipo meridiani montagne). Se c'è neve calcolo un 50% in più. Comunque ci ho messo un bel po' prima di imaparare a calcolarmi i tempi anche perchè ti servono un po' di uscite alle spalle per capire quanto sei "veloce". Ciao
 
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gavetta
view post Posted on 27/1/2012, 19:59




CITAZIONE (Stefanobi @ 27/1/2012, 19:40) 
Io mi regolo così:

considero una velocità di sicurezza di 4 km all'ora in pianura (in realtà potrei calcolarne anche 5, ho visto che ci sto dentro bene)
aggiungo un km per ogni 100 metri di salita e/o discesa
aggiungo 1 km per ogni 5 kg di zaino sopra i 10 kg
aggiungo 1 km per ogni 5 gradi sopra o sotto un range di temperatura fra 12 e 22° C
raddoppio il risultato finale se con neve alta e le racchette da neve
quadruplico il risultato finale se con neve alta e senza racchette
alla fine aggiungo un 20% di sicurezza al tempo calcolato.

Mitico Stefano, un algoritmo cosi' dettagliato non l'avevo mai elaborato... io di solito uso un calcolo piu' semplice:

- Calcolo un'ora ogni 300m di dislivello o ogni 4 Km, e tengo fra i due il tempo maggiore...
- Se c'è neve + 50%

E vedo che la maggior parte delle volte c'azzecca abbastanza...

...Vero che anche gli altri elementi influenzano il conto: peso dello zaino, caldo eccessivo...

Neve abbondante (e marcia) senza ciaspole mi è purtroppo successo (imprevista) l'anno scorso, e la considero semplicemente una disavventura da non ripetere: c'ho messo 6 ore ad arrivare al bivacco dove dovevo pernottare invece delle 3 previste, sfinito e bagnato fino alle mutande... e lungo il percorso avevo già inizato ad adocchiare qualche albero con poca neve sotto per un possibile addiaccio (ero partito di pomeriggio, sono arrivato a sera inoltrata).

Chiamiamola "esprienza".
 
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Stefanobi
view post Posted on 27/1/2012, 21:45




LOL! Con la neve si arriva a fare 500 metri o anche meno in un'ora. Sembra assurdo solo a pensarci, ma mi è successo parecchie volte :D Per quello quadruplico i km, in quel caso :D E per quello consiglio di fare proprio come hai fatto tu: lungo la strada cercare continuamente qualche possibile bivacco sicuro memorizzando la posizione (o meglio mettendo un WP nel GPS), in modo che, se non si riesce ad arrivare alla meta, si sa già dove intanarsi, senza doversi mettere a cercare. Siamo bagnati, stanchi, disorientati, preoccupati, affamati, ci aspettano 14 ore di buio, freddo, timore, preoccupazione... credo che non sia il caso di aggiungerci anche il mettersi a girare in tondo in cerca di un buco riparato :D :D





E dici bene, questa è proprio "Esperienza", con la E maiuscola!! Solo provando certe cose ci si rende conto di quanto siano difficili e pericolose.
 
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Totano2
view post Posted on 27/1/2012, 22:25




sopra le quattro ore pianificate di cammino in zone ISOLATE DA TUTTO (compreso segnale telef.) sono gia' un limite. (e sto parlando in condizioni ottimali).
Sono esageratamente prudente!
 
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gavetta
view post Posted on 28/1/2012, 09:49




CITAZIONE (Stefanobi @ 27/1/2012, 21:45) 
Siamo bagnati, stanchi, disorientati, preoccupati, affamati, ci aspettano 14 ore di buio, freddo, timore, preoccupazione... credo che non sia il caso di aggiungerci anche il mettersi a girare in tondo in cerca di un buco riparato :D :D
E dici bene, questa è proprio "Esperienza", con la E maiuscola!! Solo provando certe cose ci si rende conto di quanto siano difficili e pericolose.

Non avresti potuto descrivere meglio come io e la mia compagna ci sentivamo in quei momenti... ovviamente il cell non prendeva, andare avanti era un punto di domanda...e tornare indietro ormai non più fattibile... C'è una "riga rossa" virtuale, in ogni uscita, che non si sa bene dove sia ma che in quel momento sapevamo di aver già abbondantemente oltrepassato, che si chiama "punto di non ritorno", passata la quale puoi solo andare avanti e sperare...
 
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Mordi
view post Posted on 28/1/2012, 23:03




CITAZIONE (Pinkop @ 26/1/2012, 22:52) 
Ti dico come faccio io, passo lento per necessità, niente soste prolungate solo brevi fermate per far calare il battito cardiaco e bere, mai sedersi; solo sosta pranzo di circa 20 minuti.
Calcolo le ore di luce e le divido a metà; cammino per una metà per andare e l'altra per tornare.

Condivido, più o meno faccio anch'io così.
 
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view post Posted on 29/1/2012, 09:18
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......Ferdinando..... Viaggiare significa muovere alla scoperta dell'altro.E il primo sconosciuto da scoprire siete voi.

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CITAZIONE (Mordi @ 28/1/2012, 23:03) 
CITAZIONE (Pinkop @ 26/1/2012, 22:52) 
Ti dico come faccio io, passo lento per necessità, niente soste prolungate solo brevi fermate per far calare il battito cardiaco e bere, mai sedersi; solo sosta pranzo di circa 20 minuti.
Calcolo le ore di luce e le divido a metà; cammino per una metà per andare e l'altra per tornare.

Condivido, più o meno faccio anch'io così.

Seguo lo slogan del ventennio "chi si ferma è perduto" uno dei pochi che condivido.
Se ti fermi a lungo il fisico si raffredda e fai più fatica a riprendere il ritmo.
Meglio un passo lento e continuo: come gli alpini nella ritirata nella steppa. :wacko:
 
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Stefanobi
view post Posted on 29/1/2012, 18:36




CITAZIONE (gavetta @ 28/1/2012, 09:49) 
Non avresti potuto descrivere meglio come io e la mia compagna ci sentivamo in quei momenti...

Lo descrivo bene perchè ci sono capitato, e non una ma parecchie volte, e ogni volta pensi di essere preparato, perchè ti è già successo, ma non è vero. Ogni volta provi le stesse paure, solo che pensi alla legge delle probabilità, e pensi che la volta scorsa ti è andata bene, quindi statisticamente questa volta è più facile che ti vada male, quindi hai più strizza ancora :D E ti garantisco che è una delle poche cose che non dimenticherò mai :D Ma non è un male ricordarle sempre, è un bene, perchè ti insegna a prendere le cose in maniera più "umile" (non mi viene un termine più adatto) e più realistica.

Naturalmente questo che ho postato è un calcolo mio, ma anch'io come Fernando e altri rarissimamente ne ho bisogno, perchè non parto praticamente mai con una meta, e le poche volte che lo faccio vado comunque sapendo perfettamente che molto probabilmente non ci arriverò, quindi non mi faccio prblemi di tempo: quando vedo che è ora di tornare o di fermarsi lo faccio, a prescindere da dove sono arrivato. Della serie " che mi importa dove sono arrivato, l'importante è che ho fatto un bel viaggio " :D :D :D
 
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Stefanobi
view post Posted on 29/1/2012, 18:55




CITAZIONE (gavetta @ 28/1/2012, 09:49) 
si chiama "punto di non ritorno", passata la quale puoi solo andare avanti e sperare...

Qui non mi trovi daccordo. Nel senso che non sempre andare avanti è la soluzione, e quasi mai è l'unica opzione. E andare avanti a volte è invece l'inizio della tragedia, la scelta che causa danni rilevanti o addirittura la morte. Perchè al tempo brutto si aggiungono appunto stanchezza, paura, fame, sete, angoscia... che sono moltiplicatori di rischio: di cadere, di perdersi di piò, di lasciarsi andare... A volte la cosa migliore da fare è fermarsi in un posto più riparato possibile e passare la notte. Ma per farlo bisogna appunto avere una "mappa" precisa del percorso fatto, che comprenda i punti validi per la sosta più vicini. Da qui l'importanza che dicevo, di osservare e individuare, durante il cammino e specialmente se le condizioni sono dure, dei possibili ripari naturali, delle zone tranquille e sicure, da poter raggiungere in fretta. E soprattutto occorre non rimandare il momento in cui accettiamo di aver superato la riga rossa (che non vuol dire accorgersi di averla superata, quello bene o male tutti lo sanno fare, vuol dire farsene una ragione e agire di conseguenza). Troppo spesso si va avanti dicendosi che va tutto bene, che più su c'è tempo migliore, che ce la facciamo, che non ci sono alternative. Facendo questo non facciamo che toglierci tempo utile per attrezzarci all'emergenza. Che può benissimo essere un buco scavato con le racchette da neve, dietro una roccia o in un punto dove il vento soffia meno, zaino sotto il culo, tutti i vestiti che abbiamo addosso, poncho sopra, ammucchiati gli contro gli altri. Non è certo una gran bella notte, ma si riesce a conservare una buona parte di calore.

Però mi rendo conto che non è facile, soprattutto a livello psicologico. Una notte all'addiaccio con il freddo tosto è dura, anche se sapendola prendere non mortale e neanche poi tanto tanto terribile, ma per farlo bisognerebbe andare per gradi, e provare, in modo da sapere cosa ci aspetta. Quindi capisco che molti invece vadano avanti ad oltranza, è una reazione umana e naturale. Invece fermarsi è una reazione "innaturale", richiede un certo sforzo mentale, perchè la ragione ti dice che devi camminare, non fermarti. Un ottimo modo per prepararsi sarebbe quello di farlo: attrezzarsi per una camminata normale, e poi fermarsi per la notte, dandosi poco tempo per prepararsi. Naturalmente facendolo a 2oo metri dalla macchina, in modo che se le cose si mettono male si sale, si mette in moto e si alza il riscaldamento (e la radio) a palla :D Così ognuno conoscerebbe i suoi limiti, saprebbe cosa aspettarsi, e saprebbe adeguare la sua attrezzatura di "survival" a sè stesso, al suo ambiente, alle sue realtò, survival quello vero, non quello che fa vedere Grylls in tv e che tanto affascina i ragazzini :D
 
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Speleoalp
view post Posted on 29/1/2012, 20:11




Io cerco di provare e testare la mia reazione in diverse condizioni, appositamente, così da conoscere già le situazioni e non ritrovarmi con una novità da affrontare.

Stare fuori a dormire con il bello, il brutto, il vento, l'acqua e la neve.
Con l'attrezzatura e anche senza.

Il giorno che mi capiterà di tralasciare qualcosina nell'organizzazione e nella prudenza non mi ritroverò completamente spiazzato, siccome una parte di quella situazione l'ho provata. NOn basterà a farmi sentire al sicuro,etc ma sempre meglio che ritrovarsi per la prima volta a 3000mt con il materiale per una giornata, bloccato dal brutto tempo.
 
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Totano2
view post Posted on 29/1/2012, 20:38




2oo metri dalla macchina, in modo che se le cose si mettono male si sale, si mette in moto e si alza il riscaldamento (e la radio) a palla

" che mi importa dove sono arrivato, l'importante è che ho fatto un bel viaggio "

saper tornare indietro

Parole sante, Stefano graduated !
 
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Stefanobi
view post Posted on 29/1/2012, 20:57




Grazie :D Invecchiando perdo i capelli ma acquisisco saggezza :D Si vede che tutte le cose strane che ho fumato da giovane non hanno fatto poi così tanti danni :D :D
 
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35 replies since 26/1/2012, 13:31   600 views
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