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| Un altro modo di vedere la montagna e prenderci un po' in giro,almeno per quelli della mia età che hanno vissuto l'epoca dei calzoni alla zuava. Come eravamo buffi... "Le montagne sono (quasi) sempre le stesse. Ma non sono sempre gli stessi gli uomini che le percorrono, anche se credono di esserlo per la ragione abbastanza vanesia di continuare a chiamarsi per tutta la vita con lo stesso nome e cognome. In effetti, mentre sulle tempie i capelli ingrigiscono, ecco i pantaloni alla zuava arrendersi alla tutina in microfibra, gli scarponi in cuoio cedere –letteralmente - il passo alle pedule di nylon con la suola in poliuretano iniettato, gli zaini di canapa sublimarsi in eterei sacchi in kevlar. Questi mutamenti, in apparenza solo tecnologici, portano invece con sé nuove virtù – ma anche nuovi vizi – che si trasmettono agli ignari alpinisti trasformandoli a poco a poco in qualcosa di diverso da prima, tant’è che se oggi qualche nostalgico, spinto magari dalla lettura di questi racconti andasse a riesumare la vecchia giacca a vento, i pantaloni alla zuava o gli antichi scarponi, li indossasse e poi si guardasse allo specchio, rischierebbe un infarto trovando di colpo un estraneo nella sua camera da letto. Un estraneo dal passo più lento, misurato, appesantito non solo dagli scarponi di cuoio piombati ma anche dalla vecchia dieta alpina a base di vino rosso e pane col salame, ma anche un estraneo dal cui sguardo trasparirebbe la profonda consapevolezza che in montagna è meglio affidarsi alle proprie capacità e alla propria preparazione, piuttosto che a san Telefonino e a sant’Elicottero…" www.mazzantieditori.it/narrativa/112-la-montan-aria.html
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