Passi lenti

programmazione percorso

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Totano2
view post Posted on 29/1/2012, 21:16




smokeib

PEACE
and
LOVE
e
PASSI LENTI


:D
 
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gavetta
view post Posted on 31/1/2012, 08:31




CITAZIONE (Stefanobi @ 29/1/2012, 18:55) 
CITAZIONE (gavetta @ 28/1/2012, 09:49) 
si chiama "punto di non ritorno", passata la quale puoi solo andare avanti e sperare...

Qui non mi trovi daccordo. Nel senso che non sempre andare avanti è la soluzione, e quasi mai è l'unica opzione. E andare avanti a volte è invece l'inizio della tragedia, la scelta che causa danni rilevanti o addirittura la morte. Perchè al tempo brutto si aggiungono appunto stanchezza, paura, fame, sete, angoscia... che sono moltiplicatori di rischio: di cadere, di perdersi di piò, di lasciarsi andare... A volte la cosa migliore da fare è fermarsi in un posto più riparato possibile e passare la notte. [...]
Però mi rendo conto che non è facile, soprattutto a livello psicologico. Una notte all'addiaccio con il freddo tosto è dura, anche se sapendola prendere non mortale e neanche poi tanto tanto terribile, ma per farlo bisognerebbe andare per gradi, e provare, in modo da sapere cosa ci aspetta. Quindi capisco che molti invece vadano avanti ad oltranza, è una reazione umana e naturale. Invece fermarsi è una reazione "innaturale", richiede un certo sforzo mentale, perchè la ragione ti dice che devi camminare, non fermarti. [...]

Qui hai colto "il punto": quando si capisce che tornare indietro non si può, cosa fare... andare avanti ad oltranza o fermarsi e rassegnarsi a passare la notte lì dove ci si trova?

Penso sinceramente che molto spesso provare ad andare avanti non sia una scelta sbagliata (se si ha una frontale, se il sentiero non è poi così male etc...), in inverno poi finchè si cammina i rischi di ipotermia sono ridotti, anche se dubito che una persona possa passare una notte camminando sempre!

Capire però quando è ora di fermarsi, accettarlo, è una dote importante: nella mentalità comune, fermarsi è l'extrema ratio... quando non vi è alternativa, quando le si sono provate tutte... probabilmente, come dici tu, perché non siamo neppure mai stati educati a fare una notte fuori... non sappiamo bene neppure quali sono i nostri limiti, quanto riusciremmo a reggere: se è inverno, sono -20 gradi, e si è certi che a fermarsi si finisce in ipotermia, non è sbagliato l'idea di andare avanti ad oltranza... (è il rischio minore); se invece si sa che fra telo termico, buca nella neve, e magari un fuoco (anche se magari non molti sulla neve saprebbero accenderlo) è molto probabile che l'alba arriviamo a vederla, è ovvio che l'ipotesi dell'addiaccio diventa molto più plausibile!

Concordo anch'io che qualche notte all'addiaccio "di prova" farebbe bene a tutti... ;-)
 
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Speleoalp
view post Posted on 31/1/2012, 20:00




Io sinceramente la vedo diversamente e l'ho sempre vista così e di conseguenza non ho mai capito il perché le persone fanno così fatica a fermarsi. Forse perché non vivo l'andar in montagna per fare performance,etc e quindi non mi disturba arrendermi e passare una notte in natura, anche se altro luogo.

Però sono sempre stato abbituato a non temere la notte all'aperto, freddo o caldo che sia e forse questo é un vantaggio.
Non mi sono mai fatto alcun problema e dire " è tardi e manca ancora troppo sia alla meta che alla base, quindi mi fermo".
Poi come dici te, se il sentiero non é esposto o tecnico, camminare con una frontale o di giorno non é molto differente.
sempre parlando di sentieri, se poi si usa carta, bussola,etc si può viaggiare di notte come di giorno.
 
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cretanseagull
view post Posted on 17/2/2012, 21:20




Anche a me piace programmare un pò il percorso con i metodi già citati: curvimetro (o coordinatometro con cordicella), bussola, altimetro (se serve). A proposito, ho trovato molto utile il testo di "Orienteering" di Enrico Maddalena, ri-letto di recente.
Per quanto riguarda la tempistica dipende, come già detto, dall'allenamento, dal terreno e dal peso dello zaino. Se poi desidero anche fare delle foto lungo il percorso, beh allora i tempi di percorrenza si allungano ancora di più.
Comunque preferisco passare la notte fuori piuttosto che mettermi fretta ed ansia.
Ciao
 
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m@yta
view post Posted on 20/2/2012, 18:14




Io faccio solo calcoli molto approssimativi. Ci sono troppe variabili che influiscono sui tempi: oltre alla forma fisica bisogna considerare anche la temperatura, la pendenza, e non ultima la motivazione. Ricordo che qualche anno fa ho fatto 1100 m di dislivello per raggiungere un rifugio in 2 ore e 10 minuti: la segnaletica all'inizio del sentiero diceva 3 ore e 30 per raggiungere la meta. Ma faceva fresco, ci siamo incamminati presto (alle 7 del mattino), la pendenza era scandalosa (per la serie o vai avanti spedita o rotoli giù come una frana :D ) e inoltre avevo mangiato e dormito bene la sera precedente. Altre volte, per molto meno, ho tirato giù tutti i santi del paradiso per nome, uno a uno :lol:

Poi, a proposito dei tempi indicati sulla segnaletica, mi sono accorta che in trentino ci sto dentro, anzi a volte mi sembrano indicati tempi esagerati. In Alto Adige invece mi sento un bradipo: ti dice che ci vogliono 3 ore per raggiungere un lago, e invece ci arrivi dopo 4 ore, e non sai se sei tu che fai schifo o se sono loro che credono di avere a che fare con schiere di supermen e wonderwomen. Secondo me la seconda <_<
Mboh :rolleyes:
 
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sopravvissuta73
view post Posted on 6/8/2012, 00:12




Ho trovato in rete questa tabella, che mi sembra semplice e utile e ho pensato di postarla a beneficio di chiunque voglia usarla. :D

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35 replies since 26/1/2012, 13:31   600 views
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